Margarita Abuela racconta che quando dopo aver cucinato un
cibo lo porta in tavola, ognuno ha il suo piatto, un piatto esclusivamente suo,
questa meravigliosa donna antica dona il cibo ai suoi ospiti dicendo :
-L’ho pregato per te.-
C’è stato un tempo in cui il cucinare, l’impastare, sgranare
i piselli e tutti i mestieri femminili erano rituali, spesso si facevano in
cerchio e mentre si sgranavano i fagioli ognuna raccontava la propria vita,
l’energia della Dea era viva e vitale, nonostante le difficoltà quotidiane, il
cerchio femminile era presente, era lì ad accogliere le lacrime e le gioie.
Pietanza deriva dalla parola latina “pietas pietatis” che
significa dedizione, rispetto, devozione, verso gli dei e verso le persone che
mangeranno poi quel cibo.
Anticamente tutti questi sentimenti entravano nel cibo che
si cucinava, poiché esso era maneggiato dalle donne, esse impastavano e con
questo atto trasferivano il movimento dei fianchi, lì dove è custodita
l’energia creativa, direttamente all’impasto.
Probabilmente la varietà di cibo era limitata ma la qualità
era decisamente più elevato ed uno dei motivi di questa ricchezza di nutrimento
era dato dall’energia femminile che scorreva nel cibo, trasformandolo in
pietanza.
Fino a poco tempo fa se una famiglia subiva un lutto o un
forte dolore, la donna non cucinava, le veniva per settimane portato il cibo
già cucinato, poiché il dolore avrebbe “avvelenato” gli alimenti da lei
maneggiati, quella che può sembrare una semplice superstizione in verità ha una
grande base di saggezza.
Gli alimenti che mangiamo contengono tutti una grande
quantità di acqua, che ormai sappiamo ( grazie a masaru Emoto e agli scienziati
dell’acqua) si trasforma non appena viene in contatto con l’energia del luogo,
o delle persone.
Il cibo dunque viene letteralmente trasformato dalla nostra
energia, le donne questo lo sapevano bene, il cucinare era un vero e proprio
atto magico d’amore
Quando si cucina si sta compiendo un rituale, quel cibo sarà
la medicina o la malattia del nostro corpo, abbiamo bisogno di tornare a
scegliere il cibo e soprattutto a pregarlo.
L’Atto sacro del cucinare coinvolge tutti gli elementi
naturali, acqua, aria, fuoco e terra, se mentre cuciniamo entriamo in armonia
con le energie degli elementi e con la materia che stiamo cucinando possiamo
trasformare tutto questo in un vero e proprio rituale di guarigione.
Uno dei simboli delle streghe è il calderone, una grande
pentola dove la strega cucinava la propria vita, in esso venivano bruciate le
energie che si volevano trasformare e mescolate le intenzioni, le preghiere.
La strega non stava semplicemente ritualizzando un atto
magico, essa attraverso il calderone dava vita alla propria visione, trasmutava
le energie e portava in terra ciò che un momento prima era solo pensiero.
Il calderone è anche simbolo dell’utero femminile, il ventre
della Grande Madre, lì dove tutte le energie del cosmo si incontrano e si da
vita all’universo.
Ogni donna ha questo dono, un calderone magico a propria
disposizione, un luogo dove trasformare le energie pesanti in energie armoniche
, e mentre cuciniamo la nostra Dea interiore, impariamo a donare alla nostra
famiglia, amici e animali , l’amore e la benedizione in ogni piatto che per
loro preghiamo.
Selva Della Luna
**Il 21 settembre Nel Nome della Madre ospiterà nel Cerchio di celebrazione dell'equinozio * Irpahaal* di Irene Corbucci ci insegnerà ad Armonizzare il nostro corpo attraverso il cibo come dono della natura.Ogni preparazione e’ frutto di un lavoro di meditazione con gli spiriti della terra, dell’acqua, dell’aria e del fuoco che presiedono alla cura e alla crescita dei doni della Madre Terra. Le acque sono armonizzate attraverso i suoni cosmici e tutto diviene un rituale, tutta la vita appare nella sua sacralità.
Per informazioni e prenotazioni selvadellaluna@gmail.com
Fonti :
La Dea Nascosta - Cristiana Vignoli
Grazie
RispondiElimina❤
Ciao... Seguo il tuo blog da un po' e questo tuo post è perfettamente in sintonia con ciò in cui credo... Questo è il mio spazio "sacro": www.ilprofumodelpaneallalavanda.blogspot.it
RispondiEliminaConosco bene di persona Carlo Dorofatti, perchè abbiamo collaborato e siamo amici: mi fa piacere che vi siate conosciuti... E' una persona dalle mille energie e dalle mille risorse... ^_^
Serenità e benedizioni
Silvia