giovedì 25 dicembre 2014

๑๑๑ Sia benedetto il tuo ventre ๑๑๑


L'accensione della natività nel corpo femminile, il più perfetto mistero naturale.
E' in fondo senza peso, lo sputo di un minuto, il concorso maschile: In questa storia manca senza che se ne senta la mancanza.
Non è scritto nei loro libri che nella stalla c'erano levatrici o altro personale intorno al parto.
Quello che non è scritto fa ugualmente parte del racconto: non c'erano.
Partorì da sola.
Questo è il maggior prodigio di quella notte di natività: la perizia di una ragazza madre, la sua solitudine assistita.
Altro che stella cometa e Magi tre su piste cammelliere: la sapienza di parto di Miriam/Maria.
"in nome del padre" inaugura il segno della croce.
In nome della madre s'inaugura la vita.
(Erri de Luca, "in nome della madre")



25 Dicembre,
nasce la Luce, tre giorni dal Solstizio D'Inverno e la Dea ci porge il frutto, il figlio, il Dio.
E' nato nella grotta che è femmina, utero che tutto contiene, accesso buio al mistero della vita, vagina della terra.
E' nato il bambino pieno di sole, il figlio del ventre benedetto.
E' nato da sempre, in ogni angolo sperduto della terra, è figlio della luce stellare che arriva al mondo come cometa, posto fra le braccia di una donna.
Maria, Miryam, sacerdotessa madre di questa scintilla di cosmo, che porta in sé stessa tutto il magico potere del femminile.
Un grembo che è casa per il Divino
un cuore che accoglie e nutre
un corpo che conosce, perchè pieno di ogni sapienza femminile antica.
Vergine, dissero, ma non seppero spiegarlo
Vergine come la più rigogliosa foresta.
Vergine come la più alta montagna.
Vergine come il profondo dell'abisso.
Vergine poichè la mente umana non l'aveva toccata.
E' nato il Cristos che porta nel mondo Dio, che feconderà la terra con la sua luce, che si sacrificherà divenendo Frutto da mangiare per l'umanità .
Morire sulla croce del bene e del male
Morire sulla croce del maschile e femminile
Morire sulla croce del giusto e sbagliato
Morire sulla croce del santo e peccatore
Morire sulla croce del buio e della luce
Muore e con esso muore ogni dualità, si arrende al Miracolo di chi è venuto per annunciare al Mondo che ogni uomo è Dio, che ogni uomo è Luce, che ogni uomo può morire sulla croce e risorgere alla Verità.
E' nato stanotte, in ogni grotta buia e umida

E' nato nelle tue mani che benediranno
nei tuoi occhi che ringrazieranno
nelle tue parole che porteranno bellezza
nel tuo ventre benedetto, che accoglierà figli e progetti
che sa
come ogni donna prima di te
il tuo ventre sa come mettere al mondo la Luce.

Auguri ad ogni Figlio del Sole
Auguri ad ogni Madre di Luce

Selva Della Luna

immagine Lauren Celiwin

sabato 20 dicembre 2014

๑๑๑ La Nascita della Scintilla ๑๑๑



Un piccolo dono per accompagnarvi in questo Solstizio, per ringraziare tutte le persone che ogni giorno seguono con amore e luce questa pagina, donandoci l'entusiasmo di diffondere le parole dell'Anima , è un video realizzato con le immagini del Femminile Divino che abbiamo usato in quest'anno per i nostri post e dalla voce di Selva Della Luna potrete ascoltare l'esperimento meditativo * Nascita della Scintilla* perchè in Noi, in tutti Noi è presente la Scintilla Divina, quel Sole Bambino nato nella grotta isolata e buia della nostra Anima, lì dove è custodita da sempre la Vita. 
Con Amore

Selva Della Luna

venerdì 5 dicembre 2014

๑๑๑ A mia immagine e somiglianza, l'argilla e il femminile creativo ๑๑๑



Così succede al vaso che ruota tra le mani del vasaio,
restavo argilla ma scavata, fatta per contenere.
La gravidanza è stata un tempo di perfezione all’ombra, la durata di un’asciugatura.
Eccomi pronta, argilla con un anima di ferro:
le pietre che volevano scagliarmi si sono frantumate.
da Erri De Luca, “In nome della madre”


Di tutti i tempi questo è il tempo migliore per ri.nascere, per ritrovare la forma originaria di noi stesse, per plasmare il nostro corpo nell'amore rinunciando al giudizio.

Siamo state educate ad onorare ed ammirare la creazione, ma senza poter metter mano, come se il corpo e lo spirito femminile fossero fatti per contenere e non far altro.

Eppure c'è una Dea che impasta nella nostra memoria, una Dea che crea e soffia la vita.

Secondo un mito Sumero la Dea Aruru creò il primo uomo con l'argilla, anche le fiabe cinesi ci raccontano di una Dea creatrice di uomini : Nuwa, dal corpo umano e dalla coda di drago, così come il Dio dell'Antico Testamento nella Genesi crea adamah, che nella traduzione letterale significa "terra", "suolo" :

-Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza.-, disse.

E poi creò Eva, da una costola di questa umanità originata dalla terra, ma prima di Eva secondo la tradizione della cabala ebraica ci fu Lilith, creata dall’argilla e dalla polvere come lo stesso Adamo e quindi una sua pari, un esperimento mal riuscito che pronunciò il primo No alla sottomissione, e Dio riprovò a farci di nuovo, ma anche con Eva presto avrebbe avuto un’altra delusione, la mela, il serpente e il peccato originale che separò l’uomo dalla donna, il bello dal brutto, il vero dal falso.

Fu così che la terra non fu più nostra Madre, e l’unico riferimento di creazione divenne un Dio Padre senza seni, senza vulva, senza larghi fianchi, che non viveva sulla nostra terra ma nell’alto dei cieli, un Dio che non ci somigliava per niente, che non ci voleva bene, che ci riteneva una creazione mal riuscita, e le donne piansero per generazioni alla nascita di una femmina, perché Dio che non era Dea l’avrebbe punita, come sua madre prima di lei e sua nonna prima ancora e così fino al primo parto che vide il dolore della lacerazione del corpo femminile.

Come potevamo riconoscere il Divino nel nostro corpo, dentro di noi, se il Divino stesso non ci riconosceva?

Come potevamo riconoscerci creatrici di vita, di idee, di progetti se eravamo state concepite da Dio senza usare la terra ( argilla o creta che diede vita ad adamah) ma da un pezzo che avanzava di corpo maschile?

Quella Dea che impasta e crea è però rimasta nel nostro ricordo ancestrale, non l’abbiamo mai veramente dimenticata, anche se non sapevamo riconoscerla in noi, non sapevamo darle una forma; la sua voce, e l’eco dei suoi sussurri non abbiamo mai smesso di ascoltarlo.

Una delle qualità femminili più pericolose per il patriarcato è proprio la CREATIVITA’, poiché è sintomo di una energia femminile in movimento, sintomo di recupero della propria identità e del proprio potere originario.

L’energia della creatività è custodita nel nostro grembo, è energia primaria, energia sessuale, quella che nel mito vide Lilith ribellarsi ed Eva mordere la mela, è l’energia che ci restituisce il senso profondo del Divino che vive in noi.

Il femminile creativo riconosce nel proprio grembo il potere di accogliere l’energia senza forma e creare un corpo, così come la Dea antica mischiava sangue e argilla creando l’umanità.

Non siamo più contenitori in attesa di un Dio barbuto che ci riempia di vita, ma nasciamo già piene di possibilità di creazione, degne di incarnare la Divinità nel suo aspetto maschile e in quello femminile, il peccato che mai abbiamo commesso non ci appartiene più e il nostro corpo è guarito dallo sguardo accusatore che ci condannò alla sofferenza.

La CREATIVITA’ femminile è guarigione e liberazione, CREANDO affermiamo che non crediamo più di essere costole di adamo ma nate dalla sua stessa sostanza, dall’argilla ( la parola argilla deriva da un identico termine latino argilla, argillae che a sua volta proviene dal greco àrgilos, che semanticamente deriva da argò – aergòs- érgon, che in italiano corrisponde a opera, ma anche a operazione e ad energia ) che vive ancora nel nostro dna in attesa di essere riconosciuta come Madre primaria , la metà dell’alito divino che ci abita.

Ed è proprio dall’argilla che noi ricostruiamo il mito della creazione, dalle nostre mani e dalla terra impastata con l’acqua, facciamo la Dea a nostra immagine e somiglianza, ci riconosciamo in essa, e rendiamo il nostro corpo Sacro, non rinunciamo a Dio ma lo beatifichiamo allattando la sua fame con i nostri seni, accogliendolo nel grembo, facendolo nascere dalla nostra caverna primordiale.

Se proprio un giorno dovrò raccontare a mio figlio il mito della sua creazione, voglio raccontargli di quando con la terra e l’acqua creai il mio corpo, di quando con immenso amore accolsi l’alito di vita del maschile nel mio ventre, di quando la terra fu fecondata dal cosmo e nacque la sua prima cellula fatta di madre e padre, fatta di Dio e Dea.

Impastiamo l’argilla in cerchio celebrando il Solstizio, ricordando la nascita della Luce sulla Terra, ricordando di quando Dio e Dea alito ed energia si impastarono insieme e nacque la Vita.




Selva Della Luna

** Nel Nome della Madre vi invita a celebrare il Solstizio D'inverno il 21 Dicembre, Roma
nel workshop è compreso il laboratorio di argilla condotto da Barbara Bernardi
per informazioni e prenotazioni
selvadellaluna@gmail.com

qui trovate la locandina con programma completo del workshop
https://www.smore.com/xqmsh-cerchio-del-solstizio-d-inverno








mercoledì 19 novembre 2014

๑๑๑ Dicembre con Nel Nome della Madre ๑๑๑



Questo è il tempo della Nascita della Luce, la Scintilla Divina che scende sulla Terra e indica il cammino illuminando la neve e il ghiaccio.
Questo è il tempo di ascoltare in silenzio il canto del cuore, accogliere i sogni profumati di cannella e lasciarsi cullare dal vento che non ha colore.
Il tempo delle fiabe, della legna scoppiettante, è il tempo di imparare ad amarci.
Amare ogni istante che passiamo con noi stessi, aver cura di ogni minuto della nostra giornata, tutto il tempo della nostra vita è un dono infinito e meraviglioso, ogni attimo è degno di essere l'attimo perfetto, non aspettiamo , non c'è nulla che dobbiamo aspettare, qui.. ora... adesso è tutto quello che serve, è tutto quello che dobbiamo avere.
Nel Nome della Madre accende il camino, prepara plaid e biscotti, ghiande, noci e cannella e vi aspetta nella casina di Selva, quella immersa nel bosco, dove il Tempo è tutto speciale e dedicato a te, vieni sorella, vieni figlia, vieni che ti stiamo aspettando, riposati un momento, respira e goditi ogni momento, tornerà il tempo di camminare, correre, saltare, ora vieni qui è tempo di ascoltare.

Selva Della Luna 

Per prenotazioni e informazioni sui Workshop e Webinari selvadellaluna@gmail.com


mercoledì 22 ottobre 2014

๑๑๑ La Fanciulla Senza Mani, un rituale di discesa aspettando Samhain ๑๑๑



E’ tempo di salpare su un nuovo vascello, dice Ecate agli esseri umani.
E’ tempo di uscire dalla crisalide e di entrare in una nuova intimità, una nuova vulnerabilità.
Aprirsi, apprendere, andare.
Metamorfosi.
Non c’è da avere paura.
Ecate è una levatrice e desidera solo aiutarci a nascere.*

La Luna Nuova del 23 Ottobre coincide con l'entrata del Sole nel Regno dello Scorpione, nello stesso giorno assisteremo anche ad una potente eclissi di Sole.
Dal 23 Ottobre a Samhain ci separano Sette giorni, e il 7 è il numero Sacro del Guerriero spirituale, il ricercatore che si spinge nelle profondità di se stesso per cercare la Verità, in tutti i miti arcaici la discesa nell'oscurità prevedeva 7 scalini, oppure 7 veli di cui spogliarsi o 7 cancelli da oltrepassare .
In verità Ecate, la Sacra Vecchia ci aspetta con il suo vascello ci accompagnerà, se avremo il coraggio di afferrare la sua mano ossuta, e guardare negli occhi la Strega.
Sette passi verso la discesa, sette passi che possono divenire una profonda guarigione, ogni giorno spogliarsi di un velo, ogni giorno lasciare andare qualcosa che non ci identifica più, ogni giorno scendere più profondamente in noi stesse, senza paura di incontrare l'Ombra, senza paura di scoprire che Ecate siamo Noi.
Per questo viaggio nel buio della nostra anima propongo di leggere una fiaba, questa fiaba è divisa in 7 parti, ogni giorno leggetene solo una parte, iniziando dal 23 Ottobre onorate la Luna Nuova leggendo la prima parte e così fino al 31 Ottobre vivete i passi della Fanciulla Senza Mani.
Dividerò io stessa la Fiaba trascrivendola in questo post, così che sia più semplice per tutti percorrere il viaggio verso la Rinascita.
Buon Viaggio anime belle, non dimenticate che non siete sole, Ecate ci accompagna, la Que Sabe che vive nel deserto della nostra anima aspetta solo di essere invocata .

Selva Della Luna

LA FANCIULLA SENZA MANI (Europa centrale e orientale)

C'era una volta, qualche giorno fa, un uomo che possedeva ancora una grande pietra che macinava il grano e lo riduceva in farina per gli abitanti del villaggio. Erano tempi duri per il mugnaio, al quale non erano rimasti che la macina in un capannone e un grande melo fiorito dietro al capannone.
Un giorno, mentre con la sua accetta d'argento era nel bosco per tagliare i rami secchi degli alberi, uno strano vecchio spuntò di dietro a un albero. "Non c'è alcun bisogno di torturarsi spaccando legna" lo lusingò il vecchio. "Ti farò ricco se solo mi darai quel che si trova dietro al mulino". Che c'è dietro al mulino se non il melo fiorito? Pensò il mugnaio, e accettò l'affare proposto dal vecchio.
"Tra tre anni verrò a prendere ciò che è mio", ridacchiò lo straniero, e zoppicando sparì nel folto degli alberi.
Il mugnaio incontrò la moglie sul sentiero. Era corsa fuori dalla casa con il grembiule svolazzante e i capelli scompigliati."Marito, marito mio, ai rintocchi del mezzogiorno, nella nostra casa è arrivato un orologio più bello sulla parete,
le sedie rustiche sono state sostituite da sedie ricoperte di velluto, la povera dispensa è piena di selvaggina, casse e bauli traboccano. Dimmi, ti prego, come ha potuto accadere tutto ciò?" e in quel preciso istante le sue dita si ornarono di anelli d'oro e i suoi capelli si raccolsero in un cerchietto d'oro.
"Ah" esclamò il mugnaio guardando con meraviglia il suo farsetto diventato di raso. Sotto i suoi occhi gli zoccoli dai tacchi così consunti che camminava all'indietro, si trasformarono in bellissime calzature. "E' per via di uno straniero" raccontò affannosamente "nel bosco ho incontrato uno strano tipo coperto da uno scuro mantello che mi ha promesso grandi ricchezze se gli avessi dato quel che sta dietro al mulino. Posso sempre piantare un altro melo!".
"Oh, marito mio!" gemette la moglie, e pareva colpita a morte. "L'uomo dal mantello nero era il Demonio, e dietro al mulino c'è nostra figlia a spazzare il cortile con una ramazza di salice".
E così i genitori corsero a casa, e piansero amare lacrime su tutti i loro fronzoli. La figlia rimase senza maritarsi per tre anni, e la sua indole era come le prime dolci mele della primavera. Il giorno in cui il Diavolo venne a prenderla, fece il bagno e indossò un abito bianco e restò nel cerchio di gesso che si era disegnata attorno. Quando il Diavolo volle afferrarla, una forza invisibile lo scaraventò oltre il cortile.
Urlò il Diavolo: "Non dovrà mai più fare il bagno, altrimenti non posso avvicinarmi a lei". I genitori rimasero terrorizzati e così passarono alcune settimane, e la fanciulla non fece il bagno finchè i suoi capelli non furono tutti arruffati, e le unghie nere, e la pelle grigia, e gli abiti anneriti e induriti dalla sporcizia. Allora il Diavolo tornò. Ma la fanciulla si mise a piangere e le lacrime scivolarono sul palmo delle mani e lungo le braccia. Ora le mani e le braccia erano di un bianco purissimo e pulite. Il Diavolo montò in collera: "Tagliatele le mani, altrimenti non potrò avvicinarmi a lei". Il padre era sconvolto dall'orrore. "Vuoi che tagli le mani a mia figlia?". Il Diavolo urlò: " Tutto qui morrà, anche tu, tua moglie e tutti i campi all'intorno".
Il padre fu così terrorizzato che ubbidì, e chiedendo perdono alla figlia prese ad affilare la sua accetta dal filo d'argento. La figlia si rassegnò e disse: "Sono tua figlia, fa' come devi". E questo fece, e alla fine non si poteva dire se urlava più forte la figlia o il padre. Così terminò la vita della fanciulla come lei l'aveva conosciuta.
Quando il Diavolo tornò la fanciulla aveva tanto pianto che i tronconi rimasti erano di nuovo puliti, e il Diavolo venne di nuovo lanciato oltre il cortile quando cercò di afferrarla. Imprecando con parole che accesero piccoli incendi nel bosco, scomparve per sempre, poiché non aveva più alcun diritto su di lei.
Il padre aveva ormai cent'anni, e la moglie anche. Il vecchio padre offrì alla figlia di vivere in un castello di grande bellezza e ricchezza per tutta la vita, ma la figlia disse che preferiva fare la mendicante e dipendere dalla bontà altrui per il sostentamento. E così le avvolsero le braccia in una garza pulita, e all'alba si allontanò dalla vita quale l'aveva conosciuta. Camminò e camminò. La calura fece sì che il sudore striasse la sporcizia sulla faccia. Il vento le scarmigliò i capelli, che diventarono come il nido di una cicogna fatto di ramoscelli intrecciati alla meglio. Nel pieno della notte arrivò a un frutteto reale in cui la luna aveva poggiato un barlume di luce sui frutti che pendevano dagli alberi.
Non poteva entrare perché il frutteto era circondato da un fossato. Cadde in ginocchio, perché moriva di fame. Un fantasma bianco apparve e sollevò la paratoia, così il fossato si svuotò. La fanciulla camminò tra i peri, e in qualche modo sapeva che ogni pera perfetta era stata contata e numerata, e qualcuno le custodiva. Un ramo si piegò così basso che potè prenderlo. Poggiò le labbra sulla buccia dorata di una pera e la mangiò stando lì in piedi nel chiarore lunare, con le braccia avvolte nella garza, i capelli scarmigliati, con l'aspetto di una donna di fango, la fanciulla senza mani.
Il guardiano vide tutto, ma riconobbe la magia dello spirito che custodiva la fanciulla, e non intervenne. Quando ebbe finito di mangiare quell'unica pera, la fanciulla attraversò il fossato e andò a dormire al riparo degli alberi. La mattina dopo il re arrivò per contare le pere. Scoprì che ne mancava una. Quando venne interrogato il custode spiegò: "Due spiriti prosciugarono il fossato, entrarono nel giardino mentre alta era la luna, e una senza braccia mangiò la pera che gli si offriva".
Il re disse che quella notte avrebbe vegliato. A notte arrivò insieme al suo giardiniere e al suo mago, che sapeva parlare agli spiriti. I tre sedettero sotto un albero e rimasero in osservazione. A mezzanotte, la fanciulla arrivò fluttuando dal bosco, con indosso vecchi stracci sporchi, i capelli arruffati, il volto striato, le braccia senza mani, e lo spirito bianco accanto a lei. Entrarono nel frutteto come l'altra volta. Di nuovo l'albero gentilmente si piegò perché potesse raggiungerlo e lei gustò la pera all'estremità del ramo.
Il mago si avvicinò ma non troppo, e domandò: "Sei di questo mondo o non di questo mondo?". E la fanciulla rispose: "Un tempo ero del mondo, e cionondimeno non sono di questo mondo". Il re interrogò il mago: "E' un essere umano o uno spirito?". Il mago rispose che era tutte e due le cose. Il cuore del re sobbalzò ed egli corse verso di lei e le disse a gran voce: "Non ti abbandonerò. Da oggi in poi mi prenderò cura di te". Al castello fece fare per lei due mani d'argento, che furono fissate alle sue braccia. E fu così che il re sposò la fanciulla senza mani.
Dopo qualche tempo, il re dovette muover guerra a un regno lontano, e chiese alla madre di prendersi cura della sua giovane moglie, poiché l'amava con tutto il cuore. "Se darà alla luce un bambino, inviami immediatamente un messaggio".
La giovane regina diede alla luce un bel bambino e la madre del re inviò subito un messaggero per dargli la buona notizia. Ma lungo la via il messaggero si sentì stanco e insonnolito, e cadde in un sonno profondo accanto alla riva di un fiume. Il Diavolo spuntò da dietro un albero e cambiò il messaggio: diceva che la regina aveva partorito un bambino che era per metà cane.
Il re rimase sconvolto, ma inviò un messaggero dicendo di amare la regina e di prendersi cura di lei il quel terribile momento. L'uomo che portava il messaggio di nuovo arrivò al fiume e cadde in un profondo sonno. Al che il Diavolo tornò e cambiò il messaggio: "Uccidete la regina e il suo bambino".
La vecchia madre rimase sconvolta dalla richiesta e inviò un messaggero per avere la conferma. I messaggeri andarono e tornarono, sempre addormentandosi vicino al fiume, col Diavolo che cambiava i messaggi rendendoli sempre più terribili; l'ultimo diceva: "Conserva la lingua e gli occhi della regina come prova che è stata uccisa". La vecchia madre non se la sentiva di uccidere la dolce giovane regina. Sacrificò invece una daina, ne prese la lingua e gli occhi e li nascose. Poi aiutò la giovane regina a legarsi il piccolo al petto, la ricoprì con un velo e le disse che doveva fuggire per salvarsi la vita. Le donne piansero e si abbracciarono, nella speranza di rivedersi.
La giovane regina vagò finchè arrivò alla più grande e selvaggia foresta che avesse mai visto. Si aggirò intorno alla ricerca di un sentiero per penetrarvi. All'imbrunire riapparve il solito spirito bianco e la guidò fino a una povera locanda tenuta da gentili abitatori del bosco. Una fanciulla dall'abito bianco fece entrare la regina e la chiamò per nome. Il bimbo venne messo a giacere. "Come fai a sapere che sono una regina?" domandò la fanciulla. "Noi che siamo nel bosco seguiamo queste cose, mia regina. Ora riposa".
Così la regina rimase sette anni alla locanda, ed era felice con il suo bambino e della sua vita. Pian piano le mani ripresero a crescere, prima come piccole mani di bambina, rosee come le perle, e poi come mani di ragazza, e infine come mani di donna.
Intanto il re era tornato dalla guerra, e la vecchia madre gli domandò piangente: "Perché hai voluto che uccidessi due innocenti?" e gli mostrò gli occhi e la lingua. Udendo la terribile storia, il re vacillò e pianse un pianto inconsolabile. La madre vide il suo dolore e gli raccontò la verità. Il re decise di partire immediatamente, senza mangiare né bere, e di viaggiare fino in capo al mondo per ritrovarli. Per sette anni continuò a cercare. Le sue mani divennero nere, la barba scura come torba, gli occhi cerchiati di rosso e riarsi. Per tutto quel tempo non mangiò né bevve, ma una forza più grande di lui lo aiutava a vivere.
Alla fine giunse alla locanda. La donna con l'abito bianco lo fece entrare, e lui si sdraiò, così stanco. La donna gli pose un velo sulla faccia e lui si addormentò. Mentre il respiro diventava profondo, il velo lentamente gli scivolò dalla faccia. Si risvegliò per trovare accanto a sé una bellissima donna e uno stupendo bambino che lo guardavano. "Io sono la tua sposa e questo è tuo figlio". Il re avrebbe voluto crederle, ma la fanciulla aveva le mani. "Per le mie fatiche e la mia cura, le mani mi sono ricresciute", disse la fanciulla. E la donna con l'abito bianco portò le mani d'argento riposte come un tesoro in un cassettone. Il re si levò e prese tra le braccia la regina e suo figlio e quel giorno ci fu grande gioia nel bosco. Tutti gli spiriti e gli abitanti della locanda parteciparono a uno splendido festino. Poi il re, la regina e il bambino tornarono dalla vecchia madre, festeggiarono un altro sposalizio ed ebbero molti bambini, i quali raccontarono questa storia a centinaia di altri, che raccontarono questa storia a centinaia di altri ancora, come voi siete tra le altre centinaia a cui la racconto.
Questa storia copre un viaggio di molti anni, il viaggio dell'intera esistenza di una donna. Parla dell'iniziazione nel bosco sotterraneo mediante il rito della resistenza.La prima fase: il baratto alla cieca 1 giorno
Quale baratto maldestro fanno le donne? Accettiamo il baratto meno conveniente quando cediamo la nostra vita sapiente profonda in cambio di una molto più fragile, quando rinunciamo ai denti, agli artigli, al nostro senso, al nostro odorato. Come il padre del racconto, concludiamo l'affare senza renderci conto della sofferenza che ci costerà. L'iniziazione di una donna comincia con il maldestro baratto accettato tanto tempo prima, quando ancora sonnecchiava. In uno stato di dormiveglia psichico assai simile al sonnambulismo. La figlia del racconto è una creatura amabile da contemplare, un'innocente. Potrebbe per tutta la vita spazzare il cortile dietro al mulino.
Il racconto inizia con il tradimento non intenzionale ma tremendo del femminino, dell'innocente. Il padre, simbolo di quella funzione della psiche che dovrebbe guidarci nel mondo esterno, non comprende che molte cose non sono come appaiono al primo contatto.
A nessun essere senziente è concesso di rimanere per sempre innocente in questo mondo. Per crescere dobbiamo affrontare il fatto che le cose non sono come a tutta prima sembrano. La perdita e il tradimento sono i primi passi malfermi del lungo processo iniziatico che ci sospinge nella selva subterranea. Lì possiamo superare le mura che ci siamo costruite.
Il maldestro baratto vale anche per la donna di qualsiasi età non iniziata, o la cui iniziazione è incompiuta.
La storia comincia con il simbolo del mulino e del mugnaio. Come questi la psiche macina idee. Questa capacità psichica viene detta "lavorazione". Ma nella storia il mulino non macina, nulla si fa dei materiali grezzi che arrivano ogni giorno nella nostra esistenza e la psiche smette di nutrirsi in modo critico. La vita creativa della psiche si trova a un punto morto. Immaginiamo che in quel periodo ci venga offerto qualcosa gratuitamente. Quando una donna rinuncia agli istinti che le dicono quando è il momento giusto per dire sì e quando per dire no, quando abbandona l'introspezione, l'intuito e tutti gli altri suoi caratteri selvaggi, allora si ritrova in situazioni che promettevano meraviglie e in realtà danno sofferenza.
Il Diavolo rappresenta la forza predatrice della psiche, la forza oscura, che in questo racconto non viene riconosciuta per quello che è. La luce, che sia lo splendore della vita creativa di una donna, la sua anima selvaggia, la sua bellezza fisica, la sua intelligenza o la sua generosità, attrae sempre il predatore. La luce ignara e senza protezione è sempre un bersaglio. Un tipo di baratto può essere quello di non dire mai di no pur di essere amata.
Il melo fiorito è una metafora della fecondità, ma ancor più del bisogno creativo intensamente sensuale e della maturazione delle idee. Constatiamo la devastante disistima della psiche per il valore del femminino primordiale elementare quando il padre dice: "Potremo certo piantarne un altro". Il giovane io viene svenduto senza che se ne riconosca il grande valore. Ma è proprio da questa frattura della conoscenza che prende avvio l'iniziazione alla resistenza.
Il mugnaio taglia la legna: la psiche comincia ad affrontare la durissima fatica di portare luce e calore a se stessa. Ma l'io è sempre alla ricerca di una comoda scappatoia. Quando il Diavolo dice di poter risparmiare la fatica, il mugnaio accetta, sentendosi sollevato che esista un sistema più facile: ma non esiste trasformazione senza fatica. Quando scansiamo la fatica di tagliare la legna, al suo posto saranno tagliate le mani della psiche.
Questo è per tutte l'inizio. Ora il dolore diventa conscio. In questo caso, una donna può farne qualcosa. può usarlo per apprendere, per diventare forte, per diventare sapiente.
La seconda fase: lo smembramento 2 giorno
Restiamo tramortite quando comprendiamo l'accaduto. Proviamo orrore per aver rispettato il baratto.
Passano tre anni tra il momento del baratto e l'arrivo del Diavolo. In questi tre anni la donna non ha la chiara consapevolezza di essere lei il sacrificio. In questi tre anni il lavoro consiste nel rafforzarsi il più possibile, nell'usare per sé tutte le risorse psichiche, nel diventare il più possibile consapevoli. L'irrequietezza è tipica di questa fase dello sviluppo spirituale. Arriva la crisi quando siamo in attesa di quel che sarà, ne siamo certe, la nostra distruzione, la nostra fine. Allora, come la fanciulla, drizziamo le orecchie per sentire una voce lontana, che ci dice di essere forti, e come mantenere lo spirito semplice e puro. Se ascoltiamo le voci dei sogni, le immagini, le storie e la nostra arte, coloro che se ne sono andate prima di noi, qualcosa arriva, il personale rito psicologico che serve a consolidare questa fase del processo. Porre attorno a sé la protezione della madre selvaggia - il cerchio di gesso - permette che la discesa psicologica continui senza deviazioni.
La fanciulla lacrima sulle sue mani. Le lacrime sono una germinazione di ciò che la preserva, che purifica la ferita che le è stata inferta. Qualcosa in questo pianto tiene lontano il predatore, tiene lontano il desiderio insano che la perderebbe. Le lacrime aiutano ad accomodare le lacerazioni della psiche, là dove l'energia è colata via. Le lacrime ci rendono consapevoli, non è possibile riprendere a dormire quando si piange.
Il Diavolo non può avvicinarsi all'io selvaggio, la cui purezza respinge l'energia distruttiva. Allora ordina al padre di mutilare la figlia, vuole che perda le mani, cioè la capacità psichica di afferrare, trattenere, aiutare se stessa e gli altri. Nel perdere le mani, la donna compie il cammino nella selva subterranea dell'iniziazione. Possiamo intendere la rimozione delle mani psichiche così come il simbolo veniva inteso dagli antichi. In Asia, l'ascia celestiale era usata per separare l'individuo dall'io non illuminato. Le mani vengono recise per prendere le distanze dalle seduzioni, dalle cose insignificanti a portata di mano, che ci impediscono di crescere. L'albero fiorito deve subire l'amputazione. Nella metafora del taglio delle mani vediamo che poi nascerà qualcosa, la donna della favola non può più continuare ad essere com'è stata. Quando diciamo che una donna ha le mani mozze, intendiamo che è recisa dal conforto e dalla cura di sé, capace dunque solo di seguire il vecchio cammino.
E' dunque giusto continuare a piangere, le lacrime sono il muro d'acqua che tiene lontano il Diavolo, perché c'è qualcosa nella purezza delle lacrime sincere che spezza il suo potere, le lacrime ci aiutano a non venir ridotti in cenere. Essere un albero fiorito e umido è fondamentale, altrimenti ci si spezza. E' bene piangere, è giusto, non risolve il dilemma, ma aiuta a continuare.
A questo punto si produrrà un cambiamento nella nostra esistenza, la nostra vita come la conoscevamo è finita. Desideriamo essere sole, essere lasciate in pace. Non possiamo più fare affidamento sulla cultura paterna dominante, stiamo per la prima volta imparando la nostra vera vita. Tutto ciò a cui davamo valore perde il suo sfavillio. Questo induce il Diavolo a svignarsela, la cosa che desidera distruggerci si ritira. E noi abbiamo ancora dei piedi che conoscono la strada, una
mente-anima che vede lontano, seni e ventre con cui sentire.
La terza fase: il vagabondaggio 3 giorno
L'iniziazione è un processo mediante il quale abbandoniamo la nostra inclinazione naturale a restare inconsapevoli e decidiamo di perseguire, anche se dovremo lottare e soffrire, un'unione conscia con la mente più profonda. Padre e madre tentano di riportare la fanciulla a uno stato inconscio: "resta con noi", ma la sua natura istintuale non accetta, perché sente di dover riuscire a vivere completamente sveglia. La fanciulla diventa una vagabonda, e questa è una resurrezione a una nuova vita. In questa fase le donne spesso cominciano a sentirsi disperate e insieme decise a continuare il viaggio. E così lasciano una vita per un'altra, una fase dell'esistenza per un'altra, un'amante per nessun altro amante. Padre e madre muoiono, i suoi nuovi genitori sono la strada e il vento. All'epoca dei grandi matriarcati era inteso che una donna sarebbe stata naturalmente condotta nell'oltretomba, guidata dai poteri del femminino profondo, era una parte della sua istruzione e un'impresa per ottenere la conoscenza.
Ora la fanciulla è affamata. Quando discendiamo nella natura primaria i vecchi modi automatici di nutrirsi sono eliminati, cose del mondo perdono il loro sapore, per noi non c'è cibo. E' quindi un miracolo della psiche se, quando siamo tanto indifese, giunge un aiuto, e al momento giusto. La fanciulla è visitata dallo spirito bianco, un emissario dell'anima, che rimuove le barriere che le vietano di nutrirsi. Lo spirito scorta la fanciulla attraverso il regno sotterraneo degli alberi. E' importante per la donna che compie il viaggio di individuazione, avere buon senso spirituale, o essere assistita da una guida, per non cadere nella fantasmagoria dell'inconscio, per non perdersi in questo materiale tormentoso. L'albero da frutta offre cibo generoso, perché raccoglie l'acqua nei suoi frutti. Per questo si pensa che il frutto sia investito d'anima, di una forza vitale che si sviluppa e contiene acqua, aria, terra, cibo e seme. La psiche delle donne nutrite con il frutto e l'acqua e il seme continua nella maturazione. Nei tempi più bui l'inconscio femminile, l'inconscio uterino, la Natura , nutre l'anima della donna: il pero del frutteto si china per dare alla fanciulla il suo frutto. La discesa nutrirà anche se è buio, anche se si ha la sensazione di aver perduto la strada. Ci nutriamo del corpo della madre selvaggia, mangiamo quel che diventeremo.
La quarta fase: il ritrovamento dell'amore nell'oltretomba 4 giorno
Il re è uno dei principali guardiani dell'inconscio femminile, il suo frutteto è ricco di alberi della vita e della morte. E' della famiglia degli dei selvaggi. Come la fanciulla è capace di sopportare molto. E come la fanciulla ha davanti un'altra discesa da compiere. In un certo senso si direbbe che insegua la fanciulla. Quando andate vagando, qualcuno stagionato ed esperto attende che bussiate alla sua porta.
Il giardiniere, il re e il mago sono tre personificazioni mature dell'archetipo maschile. I principali agenti di trasformazione presenti nel frutteto sono:
LA FANCIULLA - Rappresenta la psiche sincera, e prima dormiente. Ma è un'eroina guerriera, ha la resistenza della lupa solitaria, sa sopportare sporcizia, sudiciume, tradimento, ferite, solitudine, esilio.
LO SPIRITO BIANCO - E' la guida, colui che ha una sapienza innata e gentile, un battistrada nel viaggio della donna.
IL GIARDINIERE - E' un coltivatore dell'anima, un custode rigenerativo del seme, del suolo e della radice. La sua funzione è la rigenerazione.
IL RE - Rappresenta un tesoro di sapienza ritrovato nell'oltretomba. Ha la capacità di portare nel mondo la conoscenza interiore. Nella storia, quando vaga alla ricerca della sua regina perduta, patirà una sorta di morte che lo trasformerà da re civilizzato in re selvaggio. Rappresenta il rinnovamento degli atteggiamenti e delle leggi predominanti della psiche femminile.
IL MAGO - Rappresenta la magia diretta del potere femminile. aiuta a conservarla e a metterla in atto nel mondo esterno.
LA REGINA MADRE - In questo racconto è la madre del re. Rappresenta la fecondità, la grande autorità nel vedere i trucchi del predatore, la capacità di attenuare le maledizioni. E' il concime che fa nascere le idee.
IL DEMONIO - E' il predatore naturale della psiche femminile, è una forza che è stata separata dal suo aspetto portatore di vita, una forza da domare e contenereE' attraverso la congiunzione e la pressione di tali elementi dissimili alberganti lo stesso spazio psichico che si fanno l'energia, l'introspezione e la conoscenza. Avverrà una morte spirituale e nascerà una nuova vita. Se vi trovate nel frutteto e con voi ci sono questi aspetti psichici identificabili, non è il caso di volgere le spalle: dobbiamo andare avanti.
Le pere rappresentano un'esplosione di vita nuova, un seme della nuova individualità. Sono lì per tutte le persone affamate durante il lungo viaggio verso l'oltretomba.
I tre attributi maschili della psiche femminile - il giardiniere, il re, il mago- sono coloro che osservano, interrogano e aiutano la donna nel suo viaggio nell'oltretomba.
Mediante il simbolo rotondo del fiume, il fossato, il racconto ci avverte che quest'acqua non è un'acqua qualsiasi, è un confine, quando si passa si entra in un altro stato dell'essere. Qui la fanciulla passa attraverso lo stato di consapevolezza riservato ai morti, ma non deve morire, bensì attraversare la terra dei morti come creatura vivente, perché è così che si forma la consapevolezza. L'acqua del fiume non va bevuta, né attraversata. Non dobbiamo giacere e addormentarci su quanto è stato tanto difficile raggiungere, né saltare nel fiume nel folle tentativo di accelerare il processo. Dobbiamo passare nel letto prosciugato.
Il mago dice che la fanciulla è sia un essere umano che uno spirito: vive nei giorni del mondo di sopra, ma il lavoro di trasformazione avviene nel mondo sotterraneo, e lei può stare in entrambi. Quando una persona si trova in questo stato di duplice cittadinanza, può commettere l'errore di pensare che sia una buona idea allontanarsi dal mondo, dalla vita mondana, con tutte le sue fatiche e i suoi doveri. Invece in questi momenti il mondo esterno è l'unica fune rimasta alla caviglia di chi spenzola nell'oltretomba. Questa fatica di vagare in due mondi ci porta ad abbandonare le paure e le ambizioni dell'io per seguire semplicemente ciò che arriva.
Il re lancia un'occhiata alla fanciulla e immediatamente, senza un dubbio o un tremito, la ama come fosse sua. La riconosce sua non nonostante il fatto che sia una selvaggia vagabonda senza mani, ma proprio grazie ad esso. Anche se vaghiamo sporche e vestite di stracci, e senza mani, una gran forza dell'Io può amarci, e ci stringe al suo cuore. Il re promette di proteggerla e amarla. Ora la psiche è più conscia, avverrà lo sposalizio tra due parti così disparate, due vite energiche ma dissimili sono unite. Il re ordina per la fanciulla un paio di mani-spirito, ora la donna ha la capacità di camminare e la manualità, la mano simbolica nel mondo sotterraneo può vedere al buio e attraversare il tempo. Le mani psichiche permettono di afferrare meglio i misteri dell'oltretomba, rappresentano un passaggio della fanciulla in un ruolo diverso.
La quinta fase: lo strazio dell'anima 5 giorno
Il re si sposa e deve subito partire per la guerra, lontano: l'energia regale della psiche ricade in modo che possa verificarsi il passo successivo del processo, e sia sottoposta a debita prova la posizione psichica appena trovata dalla donna. Quando sentiamo una minore vicinanza del sostegno, sta per cominciare un periodo di prova durante il quale ci sarà chiesto di nutrirci soltanto della memoria dell'anima, finchè l'amato non potrà tornare. Allora i nostri sogni sono il solo amore che per qualche tempo avremo. Il contributo psichico del re è mantenuto dall'amore e dalla memoria.
Spesso in questo periodo la donna è ricolma di un'idea nascente su quello che la sua vita può diventare se persevererà nel lavoro. Per via dell'esplosione di vita nuova, di nuovo salta nell'abisso. Ma questa volta l'amore del maschile interiore e dell'Io selvaggio la sosterranno come mai era accaduto prima. L'unione del re e della regina nel mondo sotterraneo produce un bambino magico che ha tutto il potenziale del mondo sotterraneo. Partorire significa divenire se stesse, un unico io, una psiche non divisa. Nella nascita sotterranea una donna apprende che tutto ciò che la sfiora è una parte di lei. Un nuovo io avanza. La nostra vita interiore, quale l'abbiamo conosciuta, sta per cambiare. Quel che bramiamo non potrà mai essere offerto da un compagno, da un lavoro, dal denaro, da qualcosa di nuovo. Quel che bramiamo è l'altro mondo, il mondo che sostiene la nostra vita in quanto donne.
La madre del re è la vecchia La Que Sabè. Quando nasce l'Io bambino la vecchia regina madre invia un messaggio al re ma il messo che dovrebbe collegare e rendere possibile la comunicazione tra queste due componenti della nuova psiche non sa ancora difendersi dalla forza distruttiva/seduttiva della psiche. Si addormenta, e il Diavolo affamato è in agguato. Egli trasforma un messaggio che doveva provocare amore e festa in uno che provoca disgusto. Il Diavolo si fa beffe di noi: "Sei tornata all'ingenuità e all'innocenza ora che sei amata? Pensi che sia tutto finito, stupidissima donna?". Questo è l'errore: dimenticarsi dell'esistenza del Diavolo. Il predatore è abile nel travisare le percezioni umane e le comprensioni vitali che ci servono per sviluppare dignità morale, prospettiva visionaria e azione adeguata nelle nostra vita e nel mondo. Se è vero che il predatore predilige la preda affamata d'anima, è attratto anche dalla consapevolezza, dalla riforma, dalla liberazione e dalla nuova libertà. Egli tramuta i messaggi portatori di vita tra l'anima e lo spirito in messaggi portatori di morte , che ci spezzano il cuore, provocano vergogna e ci inducono a non fare l'azione giusta.
Comunque, la madre del re vede bene cosa sta accadendo e si rifiuta di sacrificare la figlia. Smaschera il predatore. Non cede. La donna selvaggia sa come trattare un predatore. Le donne imparano a cercare il predatore invece di cercare di scacciarlo, ignorarlo e mostrarsi gentili con lui. Apprendono i suoi trucchi, i suoi travestimenti, il modo in cui pensa. Allora, sia che il predatore nasca all'interno, sia che venga dalla cultura esterna, saremo capaci di tenergli testa.
E' un fatto psichico che quando si dà vita a qualcosa di bello, emerge anche qualcosa di meschino, qualcosa di invidioso, che manca di comprensione o ostenta disprezzo. Il nuovo bambino verrà ingiuriato, definito brutto e biasimato. L'antidoto è la consapevolezza dei propri punti deboli e delle proprie doti, così che il complesso non possa agire per conto proprio. Quando una donna ha un complesso del Demonio, accade questo: prosegue nel suo cammino, lavora bene, pensando ai casi suoi, e all'improvviso ecco che salta fuori il Diavolo, e tutto il suo lavoro crolla. Il Diavolo mente e dice che il tempo trascorso dalla donna nel mondo sotterraneo ha prodotto un mostro, mentre in realtà ha prodotto uno splendido bambino.
Occorre moltissima fede per continuare, ma dobbiamo, e lo faremo. Sarebbe rovinoso abbandonare il lavoro ora. Il re della nostra psiche ha coraggio. Non si piegherà al primo colpo. Non si accartoccerà nell'odio e nel castigo come spera il Diavolo. Il re è sconvolto dal messaggio ma dice di prendersi cura della regina e del bambino. Possono due forze restare collegate anche se una è considerata abominevole e spregevole? Possono restare accanto indipendentemente da tutto ? La risposta e sì.
Quando il messaggio chiede di uccidere la regina e il bambino, la madre del re oppone un netto rifiuto. Il predatore spera che la psiche uccida in sé l'aspetto appena risvegliato, quello della donna sapiente. Ma essa dice : "E' troppo, non posso sopportarlo." E comincia ad agire con maggiore astuzia. La madre invia la giovane in un altro luogo simbolico dell'iniziazione, il bosco. Questo sarebbe stato nel corso naturale degli eventi, anche senza l'apparizione del Diavolo. Il Diavolo ci fa sentire l'esigenza di alzarci e correre al luogo successivo di iniziazione, che ci insegnerà i cicli finali della vita femminile.
Coperta da un velo, la fanciulla se ne va nel bosco, con il suo bambino al seno. Il velo segna la differenza tra nascondersi e travestirsi. E' il simbolo della concentrazione in se stesse. Dobbiamo tenerci stretta l'energia vitale e non cederla a chiunque la chieda, a qualunque ispirazione ci colga. Mettere un velo su qualcosa ne aumenta l'azione e il sentimento. La fanciulla del racconto, velata, è intoccabile, è di nuovo protetta. Siamo protette da una solitudine superiore, sontuosa, che ci nutre e ci dà saggezza. I divertimenti del mondo di sopra non ci abbagliano. Siamo meli in fiore in movimento, alla ricerca della foresta alla quale apparteniamo. In questo periodo siamo incaricate di ricordare, di persistere nel nutrimento spirituale, anche se siamo separate da quelle forze che ci hanno sostenuto in passato. Non possiamo restare per sempre nell'estasi dell'unione perfetta. Il nostro lavoro consiste nello svezzarsi da queste forze altamente eccitanti, pur restando in consapevole collegamento con loro, e andare avanti verso il compito successivo. Se restiamo in un luogo preferito della psiche, nella bellezza e nel rapimento, l'individuazione procede faticosamente e lentamente. Le forze sacre un giorno vanno abbandonate, almeno temporaneamente, perché possa verificarsi la fase successiva del processo.
La sesta fase: il regno della Donna Selvaggia 6 giorno
La regina resta sette anni nella locanda del bosco, lentamente le ricrescono le mani. Il compito viene portato a termine. Lo spirito bianco che la guida e che la protegge è la vecchia Madre Selvaggia, la psiche istintuale che sa sempre cosa sta per accadere. I compiti e gli adempimenti di questi sette anni non vengono menzionati, ma l'iniziazione femminile è un archetipo, il cui nucleo resta sempre costante, nonostante le numerose varianti. La vita di una donna si divide in fasi di sette anni ciascuna, e ogni periodo comprende una certa serie di esperienze e adempimenti.
Nel periodo in cui rimane nel bosco alla fanciulla ricrescono le mani seguendo le varie fasi. La sua comprensione di quanto è accaduto è inizialmente imitativa, come in una bambina. Mentre le mani diventano quelle di una ragazza, sviluppa una comprensione completa ma non assoluta di ogni cosa. Quando infine divengono mani di donna, ha una presa esperta e più profonda sul non concreto, il metaforico, il sacro sentiero che ha percorso.
Allora la donna comprende di riavere una presa sulla sua vita, e mani per rimodellarla. E' maturata, ora è davvero "dentro di sé".
La settima fase: la sposa e lo sposo selvaggi 7 giorno
Anche la ricerca del re dura sette anni. Alla fine c'è una festa spirituale. Il re, la regina e il bambino tornano dalla madre del re, e si celebra un nuovo sposalizio. Alla fine, la donna che ha compiuto la discesa, ha mescolato quattro poteri spirituali: l'animo regale, l'Io bambino, l'antica Madre Selvaggia e la ragazza iniziata. Sono questi quattro poteri a dirigere la psiche.
La fanciulla non è più la donna che il re ha sposato, non è più la fragile anima vagante. Ora conosce i suoi modi di donna in tutte le questioni. Ha le mani. Dunque il re deve soffrire per svilupparsi, per essere capace di portare quel che lei è e quel che lei sa su nel mondo. Egli non ha perduto le mani, ma la sua regina e la sua progenie, così l'animo imita il sentiero della fanciulla. Questo riorganizza il modo di essere della donna nel mondo, quello che la donna ha appreso si rifletterà non solo nella sua anima, ma sarà anche agito nel mondo.
Una delle cose sorprendenti di questa lunga iniziazione è che la donna che la affronta continua a vivere regolarmente all'esterno: ama gli amanti, partorisce figli, rincorre l'arte, si preoccupa del cibo, dipinge, lavora a maglia, lotta, seppellisce i morti, esegue i lavori quotidiani e quelli del lontano viaggio in profondità. E' meglio restare nel mondo che lasciarlo, perché la tensione è migliore e la tensione produce una vita preziosa.
Il tentativo del demoniaco di sorprendere l'anima è alla fine fallito. Il fatto che sia la fanciulla senza mani sia il re soffrano attraverso la stessa iniziazione di sette anni è il terreno comune tra il femminile e il maschile. Ci comunica che , invece dell'antagonismo, tra le due forze può instaurarsi un amore profondo, specie se radicato nella ricerca di se stessi.
Per le donne il lavoro consiste nel vagare nella foresta, e poi ricominciare a vagare. Inizialmente è dura stare con la Donna Selvaggia. Riparare l'istinto ferito, bandire l'ingenuità, apprendere gli aspetti più profondi della psiche e dell'anima, trattenere quel che abbiamo appreso, non volgerci altrove, proclamare a gran voce che cosa vogliamo…tutto ciò richiede una resistenza sconfinata e mistica.




** Nel Nome della Madre vi invita a celebrare insieme il passaggio nel mondo di sotto con il Cerchio di Celebrazione*Samhain : Ritorno al Grembo Cosmico*
01 Novembre, Roma
per chi non può partecipare fisicamente al Cerchio proponiamo
un percorso guidato dove la Crona, la Vecchia Sacra ci prenderà per mano per illuminare la via del Mondo di sotto.
per informazioni e prenotazioni selvadellaluna@gmail.com

* citazione iniziale Carla G. Colotti - L'Oscura Signora.La fiaba è tratta da Donne che Corrono coi Lupi - Clarissa Pinkola Estés

martedì 7 ottobre 2014

๑๑๑ Luna Piena del Sangue : guarendo noi stesse guariamo il mondo intero ๑๑๑




La Luna Piena che fra poche ore benedirà il nostro cielo è una Luna di potente trasformazione, accompagnata da un'eclissi totale.
Come più volte, nel corso di questi anni ho raccontato, l'eclissi porta con se il retaggio delle paure ancestrali, le paure della coscienza collettiva e non solo personali.
Proprio queste paure avremo modo di lasciar andare, lavorando insieme in questo momento magico astrale.
L'eclissi di Luna è paragonabile allo specchio di Ossidiana che le arcaiche sciamane utilizzavano per guardare la propria ombra, esso riflette quello che alla Luce non riusciamo a vedere.
Il Buio, il nero, la notte il Mistero ci parlano di Grande Madre Cosmica, il grembo della Creazione dove ogni cosa è stata formata.
Il buco Nero dell'universo che inghiotte e non restituisce ci racconta bene l'energia dell'eclissi in Ariete, in realtà noi uomini sappiamo ben poco dell'universo e di noi stessi.
I buchi neri per esempio, nessuno sa con certezza a cosa servano, eppure vista la natura creativa dell'universo è possibile dedurre che siano dei trasformatori, dei portali, delle Yoni capaci di inghiottire l'energia e portarla in altre dimensioni trasformandola.
L'universo stesso è un grande Utero Nero, Buio, sessuale e misterioso, pieno di energia primaria che muovendosi a spirale Crea.
L'universo dunque ha in se le caratteristiche del Femminile creativo, nero, buio, misterioso, spiraleggiante e sessuale.
La Luna Piena avverrà nel segno dell'Ariete, il Guerriero Cosmico, Marte è il Dio che tradizionalmente rappresenta l'Ariete.
Eppure, se penso a questa energia, se penso al Fuoco Creativo che essa rappresenta, in realtà mi viene in mente l'utero femminile che non a caso è in forma stilizzata la riproduzione della testa dell'Ariete.
Il primo segno dello zodiaco, la spinta creativa, la kundalini universale che come un vulcano esplode e distrugge il mondo conosciuto per creare nuovi scenari.

Sappiamo bene, ormai che è proprio questa energia femminile che ha sempre terrorizzato chi non la conosceva, poichè è la stessa energia che guarisce attraverso lo sguardo e le mani, ed è la stessa energia che anticamente permetteva alle sacerdotesse di essere canali per gli oracoli, è un'energia che attraverso l'utero delle donne può essere canalizzata, raffinata e trasformata.
Questo è il potere misterioso del femminile, ricevere - trasformare- manifestare la Kundalini dell'universo.
Durante questa eclissi il potere misterioso del femminile sarà eco di tante paure, la Terra è ancora satura dell'energia dolore, ma insieme possiamo guarire e guarirla.

Nel Nome della Madre ti invita a celebrare con noi La Luna Piena del Sangue, attraverso un percorso guidato andremo a guarire le ferite del nostro grembo e le paure che in esso conserviamo, lasciando fluire , permettendoci di essere canale di trasformazione e guarigione.
Per prenotare il webinario ( workshop online)
* Luna del Sangue : Rituali d'amore femminili *
scrivete a selvadellaluna@gmail.com

Buona Luna di guarigione e trasformazione
Selva Della Luna

lunedì 15 settembre 2014

๑๑๑ L'atto Magico del Cucinare : il rituale nel quotidiano ๑๑๑



Margarita Abuela racconta che quando dopo aver cucinato un cibo lo porta in tavola, ognuno ha il suo piatto, un piatto esclusivamente suo, questa meravigliosa donna antica dona il cibo ai suoi ospiti dicendo :
-L’ho pregato per te.-
C’è stato un tempo in cui il cucinare, l’impastare, sgranare i piselli e tutti i mestieri femminili erano rituali, spesso si facevano in cerchio e mentre si sgranavano i fagioli ognuna raccontava la propria vita, l’energia della Dea era viva e vitale, nonostante le difficoltà quotidiane, il cerchio femminile era presente, era lì ad accogliere le lacrime e le gioie.
Pietanza deriva dalla parola latina “pietas pietatis” che significa dedizione, rispetto, devozione, verso gli dei e verso le persone che mangeranno poi quel cibo.
Anticamente tutti questi sentimenti entravano nel cibo che si cucinava, poiché esso era maneggiato dalle donne, esse impastavano e con questo atto trasferivano il movimento dei fianchi, lì dove è custodita l’energia creativa, direttamente all’impasto.
Probabilmente la varietà di cibo era limitata ma la qualità era decisamente più elevato ed uno dei motivi di questa ricchezza di nutrimento era dato dall’energia femminile che scorreva nel cibo, trasformandolo in pietanza.
Fino a poco tempo fa se una famiglia subiva un lutto o un forte dolore, la donna non cucinava, le veniva per settimane portato il cibo già cucinato, poiché il dolore avrebbe “avvelenato” gli alimenti da lei maneggiati, quella che può sembrare una semplice superstizione in verità ha una grande base di saggezza.
Gli alimenti che mangiamo contengono tutti una grande quantità di acqua, che ormai sappiamo ( grazie a masaru Emoto e agli scienziati dell’acqua) si trasforma non appena viene in contatto con l’energia del luogo, o delle persone.
Il cibo dunque viene letteralmente trasformato dalla nostra energia, le donne questo lo sapevano bene, il cucinare era un vero e proprio atto magico d’amore
Quando si cucina si sta compiendo un rituale, quel cibo sarà la medicina o la malattia del nostro corpo, abbiamo bisogno di tornare a scegliere il cibo e soprattutto a pregarlo.
L’Atto sacro del cucinare coinvolge tutti gli elementi naturali, acqua, aria, fuoco e terra, se mentre cuciniamo entriamo in armonia con le energie degli elementi e con la materia che stiamo cucinando possiamo trasformare tutto questo in un vero e proprio rituale di guarigione.
Uno dei simboli delle streghe è il calderone, una grande pentola dove la strega cucinava la propria vita, in esso venivano bruciate le energie che si volevano trasformare e mescolate le intenzioni, le preghiere.
La strega non stava semplicemente ritualizzando un atto magico, essa attraverso il calderone dava vita alla propria visione, trasmutava le energie e portava in terra ciò che un momento prima era solo pensiero.
Il calderone è anche simbolo dell’utero femminile, il ventre della Grande Madre, lì dove tutte le energie del cosmo si incontrano e si da vita all’universo.
Ogni donna ha questo dono, un calderone magico a propria disposizione, un luogo dove trasformare le energie pesanti in energie armoniche , e mentre cuciniamo la nostra Dea interiore, impariamo a donare alla nostra famiglia, amici e animali , l’amore e la benedizione in ogni piatto che per loro preghiamo.

Selva Della Luna 


**Il 21 settembre Nel Nome della Madre ospiterà nel Cerchio di celebrazione dell'equinozio * Irpahaal* di Irene Corbucci ci insegnerà ad Armonizzare il nostro corpo attraverso il cibo come dono della natura.Ogni preparazione e’ frutto di un lavoro di meditazione con gli spiriti della terra, dell’acqua, dell’aria e del fuoco che presiedono alla cura e alla crescita dei doni della Madre Terra. Le acque sono armonizzate attraverso i suoni cosmici e tutto diviene un rituale, tutta la vita appare nella sua sacralità.
Per informazioni e prenotazioni selvadellaluna@gmail.com

Fonti :
La Dea Nascosta - Cristiana Vignoli 


martedì 9 settembre 2014

๑๑๑ Madonna Bianca, Madonna Nera : ri.membrando il Divino Femminile ๑๑๑



La grande illusione in cui da tanti anni vive l'umanità è quella della dualità, tutto ciò che ci circonda è diviso dalla nostra mente in buono e cattivo, bello e brutto, sano e malato e così via
Ci hanno insegnato a distinguere tutte le cose e a classificarle, per ogni cosa un'etichetta così che la nostra mente possa catalogare tutto con maggiore semplicità.
L'uomo, quindi, ha classificato anche il Divino in buono e cattivo, bianco e nero.
Per giustificare questa affermazione ci basta pensare alle dee antiche, le dee pre-patriarcato, Iside, Isthar, la babilonese Inanna , la dea era una che aveva in sè mille volti e mille poteri.
Con l'avvento della cultura Greca, la dea è stata divisa in molte rappresentazioni dell'energia femminile ed in più scissa anche in sè stessa.
Afrodite , dea dell'Amore, era chiamata con due nomi : Afrodite Ourania ( amore Celeste e quindi cuore) ed Afrodite Pandemos ( amore sessuale) .
Questa divisione dell'energia femminile possiamo ritrovarla nei volti della Madonna Bianca e Madonna Nera.
La prima è l'energia del Divino Femminile materna, la seconda rappresenta invece il potere dell'energia primaria o energia sessuale.
Il cristianesimo per millenni ci ha proposto solo un volto del Divino Femminile, il volto materno di Maria Vergine, esso è sicuramente parte della nostra natura Divina ma non è il solo volto che possediamo, e naturalmente ci ha spinto con questo a reprimere un'altrettanto importante energia sessuale creativa che è stata così giudicata malsana e cattiva.
Maria Maddalena è il volto che possiamo affiancare a quello di Madre Maria per ri.membrare la Dea nella sua Unità.
L'energia primaria o sessuale nel mito viene raffigurata come il serpente che corrompe Eva, il serpente o energia kundalini è l'energia che risveglia nel nostro corpo-spirito il potere di co-creare con Dio/Dea.
Maria Maddalena o la Madonna Nera porta con sè l'energia della Luna Nuova, piena di potenziale creativo, magia, mistero e sangue mestruale.
Madre Maria o la Madonna Bianca è la Luna Piena, colei che mette al mondo la Luce, che ha permesso allo Spirito Divino di abitare il suo grembo .
La Dea in realtà è bianca e nera, è energia celeste ( cuore) e energia sessuale ( utero), ed essa vive dentro di noi, quando come la Luna Nera scendiamo nei luoghi oscuri dell'anima per nutrire i nostri semi creativi e quando come la Luna Piena partoriamo al mondo il frutto dei nostri progetti.
Siamo Madonne Bianche piene di grazia e Madonne Nere fitte di mistero.
La Dea desidera tornare ad essere Una, ci chiede di ri.membrarla dentro noi stesse, ricostruendola e onorando ogni sua sfumatura.
Madre Maria è energia di compassione e amore puro, l'Afrodite Ourania dei greci, Maria Maddalena è la shakti  l'Afrodite Pandemos, ma l'energia d'Amore che caratterizza il Divino Femminile non può e non deve essere divisa, il cuore e il grembo, l'amore sacro e quello sessuale sono un'unica energia, che scorre  dentro di noi e che chiede di fluire in un unico meraviglioso Oceano di Bellezza.

Selva Della Luna
Immagine Annelie Solis

venerdì 5 settembre 2014

๑๑๑ Settembre con Nel Nome della Madre ๑๑๑




Settembre  apre le porte all'autunno, nuovi colori, nuovi profumi, nuovo desiderio di stare insieme e condividere la bellezza che vive dentro e intorno a noi.
Nel Nome della Madre propone un ricco programma di benessere, circondarci di bellezza, nutrirci di emozione e condivisione è il modo migliore per inaugurare la nuova stagione.
La Luna di settembre è la Luna del Raccolto, la vendemmia e la sua atmosfera di festosa convivialità, il render grazie come musica della nostra danza alla vita.
Non esiste un tempo da non celebrare, non esiste un solo giorno che non possa esser considerato sacro, la Luna del Raccolto pone nelle nostre mani i frutti maturi, apre i nostri occhi al flusso di benedizione che l'universo sempre riversa nelle nostre vite.
Il workshop Cerchio di celebrazione dell'equinozio d'autunno, 21 settembre, abbiamo scelto di dedicarlo all'Armonia.
L'Armonia come fonte di benessere e gioia, essere in equilibrio e parte del tutto, risveglia in noi il gusto della gratitudine, assaporare tutti i doni che abbiamo ricevuto ci aiuta ad aprirci a riceverne altri e altri.
Saluteremo questo mese con il webinario di celebrazione degli Arcangeli  * Michaelmas * il 29 settembre, accendendo dentro di noi la scintilla che ci terrà nella Luce anche nel momento della discesa verso l'inverno.

Per informazioni e prenotazioni degli eventi : selvadellaluna@gmail.com

In Armonia, Bellezza e Abbondanza siate benedetti
Selva 


martedì 2 settembre 2014

๑๑๑ Demetra e Persefone : liberando la bambina interiore ๑๑๑


Dev'essere stato in un giorno come questo che Ade ( Plutone) rapì Persefone, mentre nei campi le messi attendevano di esser riposte, mentre Demetra benediva il raccolto.
Passeggio in un bosco che inizia a tingersi d'autunno e divengo Demetra che cerca sua figlia, tutte le donne sono Demetra, cercano la bambina perduta finita nel "Regno del lungo sonno".
Demetra rappresenta l'archetipo della Madre, Madre Terra che dispensa abbondanza nei campi ma anche Madre fisica di Persefone.
Persefone è la Fanciulla, la donna bambina, quella che si lascia rapire da ogni tipo di illusione, da ogni promessa di eterno amore.
Siamo tutte Demetra che cerca Persefone, poichè Persefone è la nostra parte genuina ed istintuale, la parte di noi che non ha ancora conosciuto delusione, che si fida e gioca nei campi, che raccoglie fiori spensierata e trova l'amore anche in un rapimento.
Persefone è la primavera della vita, piena di entusiasmo e potenzialità, aperta e disponibile, Persefone non conosce la paura e non è ancora condizionata da essa.
E' proprio mentre il profumo dell'autunno inizia a diffondersi intorno a me che divengo madre della mia bambina interiore, è custodita nel Mondo del silenzio quello che si trova in fondo all'anima, mi aspettava, era lì da sempre che aspettava le mie braccia per trovare una culla.
Riconosco i suoi occhi, non hanno perduto lo scintillio di chi Crede, lei non ha mai smesso di raccogliere fiori e giocare alla vita, lei possiede l'antica saggezza di chi sa che la vita è un gioco sacro, non si prende sul serio, lei gioca alla seduzione e fa innamorare anche il Principe delle Tenebre, perchè la Luce della Pura Bellezza, la Bellezza che splende dall'anima non può non portare amore anche nel buio.
Ritrovo la mia bambina, mentre la Demetra invecchia, sono primavera che gioca a far nascere la vita, estate che partorisce se stessa , ho i colori dell'autunno e indosso il manto dell'inverno.
Madre di mia figlia
Figlia di me stessa
Onoro la Saggia Vecchia che aspetta nel deserto per vedermi tornare completa, quando avrò imparato a liberare Persefone , quando avrò imparato a far giocare Demetra.

" Tutto ciò che è stato perduto viene ritrovato, 
In una nuova forma, in un nuovo modo.
Tutte le ferite vengono risanate,
In una nuova vita, in un nuovo giorno." *

Selva Della Luna 


Nel Nome della Madre vi aspetta il 21 Settembre per celebrare insieme L'equinozio D'autunno e la Luna del Raccolto, il workshop è disponibile anche in versione webinario percorso guidato online
per informazioni e prenotazioni selvadellaluna@gmail.com

* cit : Inno a Kore - La Danza a Spirale - Starhawk 


martedì 22 luglio 2014

๑๑๑ 22 Luglio, Rituale di attivazione dell'energia di Maria Maddalena ๑๑๑


In questo giorno si celebra la festa della Grande Madre, oggi per i cristiani è Santa Maria Maddalena, colei che rappresenta il Femminile Divino come incarnazione di Iside e dell'energia femminile divina non scissa del periodo pre-patriarcale.
Essa è la Sposa Divina.
Essa è il seme cristico del Femminile.
Nel Nome della Madre vi invita oggi a celebrare l'energia di Maria Maddalena che vive dentro ognuno di voi, uomini o donne che voi siate, il femminile divino ( così come il maschile divino) vive in voi e chiede di essere onorato.

Rituale di attivazione dell'energia di Maria Maddalena

Occorrente
3 candele ( possibilmente rosa o rosse o verdi o una per ognuno di questi colori)
1 ciotola di vetro o d'argento colma di acqua
1 olio essenziale alla rosa ( o nella fragranza di cui disponete ma è preferibile alla rosa poichè il profumo di rosa apre il chakra del cuore)
petali di rosa freschi o essiccati

Preparazione

Disponete le candele a formare sul vostro altare ( se non disponete di un altare fisso in casa potete crearlo al momento anche in terra ) un triangolo con la punta rivolta verso il basso
Al centro del triangolo posizionate la ciotola con acqua in cui verserete l'essenziale e alcuni petali di rosa.
Decorate l'altare con i petali di rosa rimasti.

Procedimento

Accendete le candele in senso orario partendo da quella del vertice in basso del triangolo, recitate per 3 volte l'invocazione alla Madre Divina

Ave oh Signora
Piena di Grazia
Il Dio è con te
Tu sei Benedetta
Benedetto è il tuo Ventre
Il Consorte e il Figlio
Santa Dea
Madre della Terra
Tu che compi i Misteri per i tuoi figli

Ora e nell’ora del bisogno.*

Rimanete per alcuni minuti in meditazione in silenzio e raccoglimento per accogliere in voi le energie del Sacro Femminile 

Ora recitate la preghiera di attivazione dei Raggi Divini della Maddalena :

Io ti Sollevo Madre
Io ti riconosco Maria Maddalena
Vieni oh Regina
Tuo il Regno d’Amore
Tuo lo Scettro dello Spirito Santo

Io ti Sollevo Madre
Io ti riconosco Maria Maddalena
Sposa Divina
Madre Regina del Mondo

Pieno il mio ventre del tuo Potere
 ( Immergete la mano sinistra nella ciotola di acqua e benedite il vostro ventre)
Colmo il mio cuore del tuo Amore
 ( Immergete la  mano sinistra nella ciotola di acqua e benedite il vostro cuore)
Aperti i miei occhi nella tua Luce
( Immergete la mano sinistra nella ciotola di acqua e benedite la vostra fronte)

Io ti Sollevo Madre
Io ti riconosco Maria Maddalena
Ricevo la tua Benedizione :
Raggio Bianco Illumina la mente
Raggio Rosso Incendia il cuore
Raggio Oro Incorona la Regina in me

Tua Figlia Fiamma della tua Luce sulla Terra
Tua Figlia particella d’Amore del tuo Sacro Cuore
Si compia in me la tua Volontà Madre
Così è

Godete di questo momento di pienezza e benedizione e lasciate che le candele si consumino e si spengano da sole ringraziate la presenza del Divino in voi.

Selva Della Luna 

Nel Nome della Madre propone per il 27 luglio un cerchio di Luna Nuova in onore di Maria Maddalena, per informazioni e prenotazioni selvadellaluna@gmail.com


martedì 27 maggio 2014

๑๑๑ Luna del Miele : il Desiderio Ardente dell'anima ๑๑๑



" Il desiderio di essere e agire è la rampa di lancio da cui deve decollare ogni sognatore"**

La Luna che oggi 28 maggio 2014 entra nel nostro panorama celeste è la Luna del Miele, oggi voglio raccontavi una storia che nella sua semplicità vi stupirà per quanto magica possa apparire.
Le Api produttrici di miele sono da sempre simbolo della Dea  esse producono da sole il loro nutrimento, attraverso la collaborazione e il loro lavoro creano la loro ricchezza.
La Luna del Miele attraverso il simbolo delle Api ci racconta proprio questa facoltà che è insita in ognuno di noi.
Napoleon Hill nel suo famosissimo libro " Think and Grow Rich " chiama questa scintilla dell'anima umana 
"Burning Desire" o desiderio ardente. 
Esso, non consiste in una speranza, neanche in una vaga aspirazione, il desiderio ardente è una voglia acuta, vitale, che trascende ogni altra cosa.
Le Api senza produrre miele morirebbero, è la loro missione, qual'è la tua Missione? Cosa rende la tua vita speciale? Qual'è il desiderio ardente della tua anima?
Il "Burning Desire" diviene così il Miele, nutrimento per noi e per le persone che ci circondano.
Chi riconosce e persegue il suo desiderio dell'anima è colui che realizza il suo progetto di vita.
Ognuno di noi incarnandosi in un corpo umano porta con sé il seme di questo progetto, il desiderio ardente è un segno che ci indica la via di questo progetto, è la spia che ci avverte che quella è la nostra Missione in questa vita, quando si accende la spia del Burning Desire, non solo dobbiamo seguirla ma possiamo esser certi che avremo successo.
Le api inoltre sono animali alchemici, trasformano il nettare in miele, ed è questo il processo simbolico che deve avvenire in noi, per trasformare questo Fuoco primitivo in Oro.
Possiamo usare questo desiderio per arricchirci oppure possiamo trovare in esso un vero e proprio senso della vita, quel che è importante è che solo attraverso la realizzazione di questa ispirazione potremo davvero compiere lo scopo per cui siamo qui.
Esiste però una bella differenza fra il desiderare una cosa ed essere pronti a riceverla, cosa ci rende pronti a ricevere quello che sogniamo? la Fede, l'assoluta Fiducia che quella è la nostra Via e che non esiste altra strada per noi, la Fiducia incondizionata nel credere che possiamo conquistare ciò che desideriamo.
Napoleon Hill nel suo libro racconta una storia :

" Molto tempo fa un grande guerriero affrontò una situazione che lo obbligò ad assumere una decisione per assicurarsi il successo in battaglia. Stava per lanciare il suo esercito contro un potente nemico, che aveva molti più soldati. Lui imbarcò le sue truppe, fece vela verso il paese nemico, sbarcò i suoi soldati e il loro equipaggiamento, diramando poi l'ordine di bruciare tutte le imbarcazioni. Rivolgendosi ai suoi uomini prima della battaglia disse loro : - Vedete bene che le barche sono in fumo. Ciò significa che non possiamo più andarcene vivi da queste sponde, se non in caso di vittoria! Non abbiamo scelta : vincere o morire!-
Vinsero.
Chiunque voglio riuscire in un'impresa deve essere disposto a bruciare le navi o tagliare i ponti per impedirsi ogni possibilità di tornare sui suoi passi. Solo comportandosi così si può conservare lo stato mentale detto "ardente desiderio di riuscire". "

Siete disposti a bruciare le navi e tagliare i ponti che vi permetterebbero in caso di fallimento del vostro desiderio di salvarvi?
Se si, state trasformando il nettare in miele, il desiderio in oro.
L'ardente desiderio non ammette l'esistenza dell'impossibile e non accetta neanche la possibilità della sconfitta, è per questo che Vince Sempre.
Nella mente di chi ha Perfetta Fiducia nella sua missione non è semplicemente contemplata altra possibilità se non quella di Vittoria, riuscita, realizzazione.
E ormai sappiamo quanto il nostro pensiero Crea, ha potere di realizzare.
Nel Nome della Madre dedica la Luna del Miele alle Sacerdotesse della Dea, alla missione del Femminile.
Ogni donna è in potenzialità una sacerdotessa, poichè il suo corpo è tempio del divino femminile, il mondo in questo momento ha bisogno di donne di luce, donne sciamane, curandere, che mettono a disposizione il loro desiderio ardente per portare guarigione nel mondo.
La guarigione non è solo fisica, ma ogni nostro talento può portare guarigione, il talento che ognuno di noi possiede come dono unico e speciale.
Diventare guaritrici del mondo è la Missione del nuovo femminile ( in realtà è un ritorno poichè le donne nel mondo prepatriarcale avevano proprio questo tipo di compito sociale), il nostro collegamento con il cosmo ( la luna e le sue fasi mensili e il nostro ciclo mestruale) e la terra ci rende sciamane per natura, non dobbiamo far altro che seguire il nostro Ardente Desiderio, soffiare sopra quella scintilla che è presente in ognuna di noi e come le Sacre Api trasformare il nettare in miele per noi stesse e per gli altri.
Qual è il tuo Burning desire?
Come puoi trasformarlo in Oro per te e per gli altri?
E quel desiderio ardente come può guarire il mondo?

Yodorowsky in La Danza della realtà afferma :

L'arte che non fa guarire non è arte.

la Luna del Miele ci chiede di trasformare la nostra personale, unica, Arte ( talento, dono) in Guarigione.
Ci chiede il coraggio di Fidarci del desiderio dell'anima che è un segno del compito della nostra vita.

Buona Luna Nuova anime Belle 

Selva Della Luna

Nel Nome della Madre vi invita a partecipare al cerchio di celebrazione
Luna del Miele - Solstizio D'Estate  22 giugno 2014, Roma
per chi non potesse partecipare fisicamente è possibile prenotare il webinario ( workshop online)
per informazioni e prenotazioni selvadellaluna@gmail.com 



la descrizione dell'energia di questa Luna potete trovarla  nell'articolo : http://nelnomedellamadre.blogspot.it/2013/06/luna-del-miele-la-luna-alchemica.html )
un articolo sulle Api Sacerdotesse della Dea :
 http://nelnomedellamadre.blogspot.it/2013/06/luna-del-miele-lape-sacerdotessa-della.html
* Immagine Layne Redmond
** citazione iniziale : Napoleon Hill - Think and Grow Rich

lunedì 26 maggio 2014

๑๑๑ La Via dell'Avventura : Fate sbocciare i vostri fiori con lo sciamanesimo hawaiano ๑๑๑



Ukuli'i ka pua, onaona i ka mau'u

"Piccolo è il fiore, eppure diffonde il suo profumo fra le piante che lo circondano".

(Il detto sopra citato è un proverbio della tradizione Hawaiana. non importa quanto siate piccoli, in termini di misura o numero. Non è importante quanto sapete, o quanto abili siete.
Non importa quanto avete studiato o quali sono le vostre credenziali. Ciò che importa veramente è l’effetto che avete sul mondo che vi circonda.)

Questa meravigliosa storia che sto per narrarvi non è una favola, esiste un popolo che vive in un paradiso terrestre, è il popolo dei Kahuna, abitanti delle isole della Polinesia, i saggi di questo popolo attraverso la saggezza tramandata dagli antenati e la propria esperienza portano avanti un’antica forma di sciamanesimo, in realtà questa non è una vera e propria religione, ma un modo di vivere e pensare completamente diverso da quello del pensiero occidentale.
Proprio perché non ha nessun tipo di filosofia trascendentale da dimostrare è applicabile quotidianamente alla nostra vita, fornendoci risultati assolutamente eccezionali, poiché modifica il modello del pensiero.
La Via dell’Avventura ( come è stata chiamata questa forma di sciamanesimo) si differenzia largamente dallo sciamanesimo che fa capo a Castaneda la cui rappresentazione metaforica è chiamata “ La Via del Guerriero”.
“La Via del Guerriero” di Castaneda è una pratica per l’acquisizione di potere e di resistenza sia fisica che spirituale, poiché ogni forma di malattia viene combattuta come una vera e propria battaglia contro forze avverse, il bene e il male, la guarigione è la conseguenza della vittoria del bene.
La Via dell’Avventura come è stata chiamata la scuola di sciamanesimo hawaiano non propone nessun tipo di lotta, anzi, incoraggia l’armonizzazione delle forze, così che il conflitto venga annullato con il ritorno all’equilibrio.
Il concetto fondamentale di questa forma di sciamanesimo è che ciascuno di noi crea la propria esperienza reale, rendendoci co-creatori dell’universo. Secondo gli Huna l’universo e Dio sono la stessa cosa e noi facciamo parte di questo continuo co-creare, siamo Uno con tutto ciò che ci circonda, per questo è fondamentale che l’uomo riconosca la propria grande responsabilità nella creazione.
I Kahuna sono i maestri della pratica sciamanica Huna, custodi di una saggezza antica, che basa il suo fondamento sulle qualità psichiche umane, ognuno di noi ha qualità psichiche  più o meno latenti che possono essere sviluppate e utilizzate in modo cosciente per la costruzione della propria realtà e del proprio benessere psico-fisico.
Dunque lo sciamanesimo Huna propone un modello di pensiero e azione assolutamente rivoluzionario e profondamente attuale, una via per vivere la vita in profonda armonia.
Questa via si basa su 7 Principi, ognuno dei quali rappresenta un potere sciamanico, in realtà questi principi sono già presenti in noi come poteri latenti dobbiamo solo ricordarli e metterli in pratica.



FILOSOFIA HUNA


I SETTE PRINCIPI

I SETTE POTERI

1

IKE

Il Mondo è ciò che pensi che sia

CONSAPEVOLEZZA

2

KALA

Non ci sono limiti

LIBERTA’

3

MAKIA

L’Energia fluisce dove va l’attenzione

CONCENTRAZIONE

4

MANAWA

Adesso è il momento del potere

PRESENZA

5

ALOHA

Amare è essere felici con…

AMORE

6

MANA

Tutto il Potere viene da dentro

FIDUCIA

7

PONO

L’efficacia è la misura della Verità

FLESSIBILITA’

Riassumendo possiamo così sintetizzare i 7 Principi ed i 7 Poteri dello sciamanesimo Huna :
1         Vedere il potere del pensiero,  la visione del mondo è un riflesso del nostro pensiero e noi stessi siamo un suo riflesso
2         Liberare l’unica sostanza che forma l’universo è l’ energia, la separazione è perciò solo un’illusione.
3         Focalizzare Riuscire a mantenere la concentrazione su un obiettivo è il modo perché questo si realizzi
4         Essere Presenti solo nel presente possiamo usare il potere di trasformare gli eventi
5         Benedire Sii felice con ciò che di buono c’è. Benedire è l’atto saggio ed efficace di rafforzare ciò che di buono c’è (sia reale che potenziale). Apprezzare la bellezza, ammirare un talento o esprimere gratitudine per la gentilezza significa dare benedizioni. L’Amore come energia guaritrice è l’atto di Benedizione universale, tutto ciò che tocchiamo con questa energia viene sanato, poiché nell’Amore non può esserci giudizio o critica.
6         Fede quando mettiamo in dubbio le nostre qualità, in quello stesso istante le abbiamo perse
7         E’ vero ciò che Funziona

Questi 7 Principi con relativi poteri associati possono essere applicati a qualsiasi attività della nostra vita, tutto quello che facciamo può divenire guarigione, può trasformarsi in un rituale, dalla doccia del mattino, al viaggio per andare a lavorare, al cucinare e compiere le mansioni quotidiane, il pensiero che trasforma può e deve essere applicato ad ogni cosa.
Aloha , cioè condividere gioiosamente l’energia di questo istante deve accompagnarci e impregnare ogni pensiero e azione, in Aloha è contenuto il seme dell’Amore che è gioia e condivisione, tutto ciò che non porta gioia ( Essere felici con) non è imbevuto in energia d’amore.
Accade poi, improvvisamente che Aloha diviene il nostro punto cardine e che tutto avviene spontaneamente, abbiamo modificato gli schemi di pensiero, cambiato prospettiva, abbandonato le rigidità e siamo liberi dai preconcetti liberando gli altri dalle nostre aspettative, Aloha allora diventa la nostra essenza, il nostro profumo, ci schiudiamo come quel piccolo fiore e semplicemente profumiamo il mondo con la nostra particolare essenza, che è sempre Unica e sempre Preziosa.
Non esiste un fiore uguale ad un altro anche se può apparire identico esso è un essere vivente Unico, non esiste un’essenza identica ad un’altra, ogni fiori ha il suo profumo, ogni fiore contribuisce a spargere il polline per creare l’Eden al quale tutti aspiriamo.
Non rinunciare a sbocciare il tuo profumo serve al mondo, la tua essenza Unica è insostituibile per creare l’Armonia, senza di te, il Paradiso Terrestre manca di qualcosa, senza la tua nota aromatica, il profumo dell’Eden appare stonato.
Gli hawaiani ora direbbero :
Mohala i ka wai ka maka o ka pua (le acque dischiudono il viso dei fiori)
L’acqua siamo tutti noi, possiamo creare insieme le condizioni perché i fiori della nostra vita si schiudano.

** Il 22 Giugno 2014 Nel Nome della Madre propone Cerchio di Celebrazione Luna del Miele - Solstizio D'Estate per conoscere di più sullo sciamanesimo Huna e le tecniche di applicazione
per info e prenotazioni selvadellaluna@gmail.com


Selva Della Luna
Fonti :  
Serge Kahili King - A Scuola dallo Sciamano
Josaya - Ricomincio da Me
Paola Dianetti - Lezioni di Sciamanesimo secondo la tradizione Hawaiana